Guarire di sabato
29 ottobre 2021
VENERDÌ DELLA XXX SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO
Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
Beata Chiara Luce Badano
La beatificazione di Chiara Luce Badano, avvenuta il 25 settembre 2010, è stata accompagnata da una corrente di gioia ed entusiasmo giovanile.
Chiara nasce a Sassello il 29 ottobre 1971. l genitori sono..
Giovane focolarina
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14,1-6
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano ad osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisia.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: “E’ lecito o no guarire di sabato?” Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò.
Poi disse loro: “Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?”. E non potevano rispondere nulla a queste parole.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Questa è la strada che ci insegna Gesù, totalmente opposta a quella dei dottori della legge. E questa strada dall’amore alla giustizia, porta a Dio.
Invece, l’altra strada, di essere attaccati soltanto alla legge, alla lettera della legge, porta alla chiusura, porta all’egoismo. La strada che va dall’amore alla conoscenza e al discernimento, al pieno compimento, porta alla santità, alla salvezza, all’incontro con Gesù.
Gesù si avvicina: la vicinanza è la prova che noi andiamo sulla vera strada. Perché è proprio la strada che ha scelto Dio per salvarci: la vicinanza. Si avvicinò a noi, si è fatto uomo. La carne: la carne di Dio è il segno; la carne di Dio è il segno della vera giustizia.
Dio che si è fatto uomo come uno di noi, e noi che dobbiamo farci come gli altri, come i bisognosi, come quelli che hanno bisogno del nostro aiuto. (Omelia Santa Marta – 31 ottobre 2014)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Vangelo: via d’umanizzazione della realtà
Il paradosso del Vangelo di oggi è grande: la regola del sabato dice che in questo giorno non bisogna fare nulla, ma è lecito comunque pranzare. È un po’ come dire che quel pranzo vale più della sofferenza di un uomo. A questi paradossi vanno a finire i nostri attaccamenti malati alle regole.
“Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisìa.
Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: “È lecito o no guarire di sabato?”.
Le regole ci piacciono perché quando le seguiamo ci fanno sentire bravi e giusti, quasi mai però ci accorgiamo che le regole le plasmiamo a nostra immagine, abbastanza capienti da contenere il nostro ventre e abbastanza strette da farci entrare la sofferenza degli altri. Dio dà la regola del “sabato” affinché l’uomo si ricordi di essere umano e non un “asino da lavoro”, ed è paradossale che in nome di una regola che serve a ricordarci che siamo umani, noi siamo così disumani da non renderci conto del dolore di qualcuno. Gesù lo sa dire meglio:
“Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?”. E non potevano rispondere nulla a queste parole”.
Il silenzio qui però non è assenso, purtroppo. La grande conversione che Gesù fa fatica a operare nel cuore dei farisei, e molto spesso nei nostri cuori, è il ribaltamento di certi modi di ragionare. Il Vangelo è una via d’umanizzazione della realtà, e proprio al fondo questa umanizzazione Gesù ci dona la possibilità di partecipare alla vita divina.
Diventare umani significa recuperare in maniera autentica quella immagine e somiglianza con Dio che ciascuno di noi si porta addosso. Quando smettiamo di essere umani contraddiciamo l’immagine di Dio che ci portiamo addosso.
Ecco perché il Vangelo è innanzitutto un appello a non perdere di vista la nostra umanità, specie quando la perdiamo in nome della nostra religiosità.
Fonte: nellaparola.it