
Chi rimane in me
23/07/2021
S. BRIGIDA

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
Santa Brigida di Svezia

Brigida nacque da Brigero, principe di Svezia e da Sigfrida, discendente dei re dei Goti.
Assai presto perdette la madre e venne allevata dalla zia. Si dice che fino a tre anni rimanesse muta, età in cui..
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Religiosa, fondatrice
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 15,1-8
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il frutto che, come tralci, dobbiamo dare è la testimonianza della nostra vita cristiana. Dopo che Gesù è salito al Padre, è compito dei discepoli – è compito nostro – continuare ad annunciare il Vangelo, con la parola e con le opere.
E i discepoli – noi, discepoli di Gesù – lo fanno testimoniando il suo amore: il frutto da portare è l’amore. Attaccati a Cristo, riceviamo i doni dello Spirito Santo, e così possiamo fare del bene al prossimo, fare del bene alla società, alla Chiesa. (Papa Francesco, Regina Caeli del 2 maggio 2021)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Appartenenza
L’immagine suggestiva che il Vangelo usa per parlarci dell’impatto traumatico con cui a volte la vita ci segna è particolarmente illuminate.
“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”.
Molte volte la vita ci mette nella condizione di essere tagliati, privati, e in alcuni casi anche spezzati dalle circostanze. Il destino di certe cose però lo decide non la sofferenza che proviamo, ma la nostra appartenenza. Essere di Cristo significa essere nella condizione di poter trasformare una perdita in un’occasione per portare frutto.
Questo ci fa dire che invece di passare l’esistenza cercando solo di difenderci dalle cose negative che possono accaderci, dovremmo investire molte energie a rimanere aggrappati realmente e concretamente a Cristo, come un tralcio è attaccato alla vite.
“Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.”
La grande menzogna di farci da soli, di salvarci da soli, e di rimanere in piedi da soli, ci mette nella condizione di essere gettati via, perché senza una relazione significativa ogni vita si secca:
“Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano”.
In fondo ognuno di noi può definirsi in base alle relazioni di cui è fatto. E anche se è proprio attraverso le relazioni che delle volte soffriamo di più, non dobbiamo dimenticare che la promessa che ci fa Cristo non è quella di metterci al sicuro dalla sofferenza o dalle prove della vita, ma di non sprecare nulla della sofferenza e della fatica della vita. E questo per un motivo molto semplice:
“Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto”
