Voi invece ne avete fatto un covo di ladri
19 novembre 2021
VENERDÌ DELLA XXXIII SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO
Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
Santa Matilde di Hackeborn
Matilde di Hackeborn fu una monaca dell’abbazia di Helfta, la sua esperienza mistica venne raccolta nel Liber Gratiae specialis. Fu una confidente di una promessa della Madonna. Matilde nacque tra il 1240..
>>> Continua a leggere su santodelgiorno.it
Mamoria
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 19,45-48
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».
Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
PAROLE DEL SANTO PADRE
I capi del Tempio, i capi dei sacerdoti – dice il Vangelo – e gli scribi avevano cambiato un po’ le cose. Erano entrati in un processo di degrado e avevano reso ‘sporco’ il Tempio.
Avevano sporcato il Tempio! Il Tempio è un’icona della Chiesa. La Chiesa sempre – sempre! – subirà la tentazione della mondanità e la tentazione di un potere che non è il potere che Gesù Cristo vuole per lei!
Gesù non dice: ‘No, non si fa questo. Fatelo fuori’. Dice: ‘Voi avete fatto un covo di ladri qui!’. E quando la Chiesa entra in questo processo di degrado la fine è molto brutta. Molto brutta! (Omelia da Santa Marta, 20 novembre 2015)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Incontrare il cuore
Si percepisce che ci troviamo verso la fine della storia da come il Vangelo diventa breve e drammatico. Gesù non riesce ad avere nessun atteggiamento politicamente corretto davanti a ciò che è radicalmente sbagliato. E tra le cose più sbagliate c’è proprio l’aver pervertito il tempio in un luogo di commercio.
“Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, dicendo: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!»”.
Non è la demonizzazione delle cose materiali, ma la confusione che si viene a creare quando a una relazione si sostituisce il commercio delle cose. È come se un uomo che ama una donna smettesse di investire in una relazione e comprendendo le ferite e i vuoti che si vengono a creare per questa mancanza, gli venisse in mente di emendare con una serie infinita di regali. Magari ci sono donne a cui questo piace, ma chi cerca l’amore non può mai accontentarsi delle cose. “Io non voglio i tuoi regali, voglio te”. È questo che sta cercando di dire Gesù con un gesto estremo.
Dio non vuole le nostre cose, vuole noi. Non vuole che la nostra preghiera sia uno scambio di favori, ma un incontro tra persone che si amano. Non si può dire di pregare se la mediazione della preghiera è affidata a qualcosa di diverso del cuore. Nella preghiera non esistono meriti, punti paradiso, sensi di colpa, conteggi di peccati; nella preghiera vera esiste il mio cuore che incontra il cuore di Dio. E poco importa se il nostro cuore non è dei migliori. Non è forse per questo che Lo cerchiamo? Lo cerchiamo non per convincerlo ma per lasciarci guarire, sanare, convertire. Ma questa logica innervosisce chi invece ha costruito tutto sui meriti, i sensi di colpa, gli schemi, i riti, le consuetudini:
“Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole”.
Gesù innervosisce e attrae contemporaneamente.
Fonte: nellaparola.it