Il servitore di tutti

19 settembre 2021

XXV DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino

(Salmo 118)

Dio ti benedica !


San Gennaro

S. Gennaro nacque nella seconda metà del secolo III molto probabilmente a Benevento anche se alcune fonti dicono che sia venuto alla luce a Napoli.

Di famiglia nobile e molto cristiano, predilesse fin..

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Vescovo e martire



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VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,30-37

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.

Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».

Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.

Giunsero a Cafàrnao.

Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?».

Ed essi tacevano.

Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande.

Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».


PAROLE DEL SANTO PADRE

Il più grande nella Chiesa è quello che si fa servitore di tutti, quello che serve tutti, non che ha più titoli.

E per far capire questo prese un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo con tenerezza – perché Gesù parlava con tenerezza, ne aveva tanta – disse loro: “Chi accoglie un bambino, accoglie me”, cioè chi accoglie il più umile, il più servitore.

Questa è la strada.

La strada contro lo spirito del mondo è una sola: l’umiltà.

Servire gli altri, scegliere l’ultimo posto, non arrampicarsi. (Omelia da Santa Marta, 25 febbraio 2020)

Fonte: vaticannews.va


COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO

Il Vangelo di oggi ci ricorda che abbiamo un innato bisogno di affermazione.

“Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande”.

Anche senza accorgercene cerchiamo continuamente di essere riconosciuti, confermati, gratificati; e questo di per se non è cattivo. Comincia a diventare un problema quando tutta la nostra vita diventa un’insicurezza alla ricerca di conferme, di “primi posti”. Così Gesù combatte questo virus del “carrierismo” proponendo l’antidoto dell’ultimo posto: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».

Perchè solo uno che ha la libertà di mettersi all’ultimo posto allora è davvero il primo, perchè è davvero libero di sedere in tutti i posti a partire dall’ultimo sino al primo. Chi invece cerca i primi posti non ha la stessa libertà di sedere ugualmente negli altri posti perchè in lui le logiche del “giudizio degli altri”, dell’”audience”, della “belle o brutta figura” hanno la meglio sulla sua libertà.

E così sarà “primo” ma infelice, quando invece davanti a Dio ciò che conta è la gioia non il risultato. Noi non siamo il posto che occupiamo, noi valiamo a prescindere, e pensare di valere di più perché sediamo in quel posto è solo un’illusione pericolosa. Dobbiamo comprendere che il nostro valore è assoluto e non relativo.

“E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: «Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato»”.

Così con un solo gesto Gesù fa comprendere la fonte di ogni nostro valore: la nostra fragilità, la nostra delicatezza, che è la stessa di un bambino, è abbracciata da Cristo. In quell’abbraccio non abbiamo più bisogno di fingere di essere lupi. Ci si esercita ad essere così però imparando ad accogliere gli altri nella loro fragilità. È Gesù stesso che accogliamo in quel momento.

È lì che cambiano le prospettive.

Fonte: cercoiltuovolto.it


“Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».”

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