Il Signore fu preso da grande compassione per lei
Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
VANGELO DEL GIORNO
Parola del Signore
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Compassione
Nella piccola città di Nain Gesù incontra la processione funebre di un ragazzo. Dietro la bara c’è la madre affranta. Aveva prima perso il marito, e ora ha perduto anche il suo figlio unico. Questa donna rappresenta la personificazione della disperazione umana. È interessante che per tutto il racconto del Vangelo ella non parla, non dice nulla, non chiede nulla.
Questa donna è solo nudo dolore. È la stessa cosa che capita nella vita quando si vivono alcune cose che ci tolgono anche i ragionamenti, le parole, e persino le preghiere. Soffriamo e basta, senza via d’uscita, senza riuscire a dare neppure una forma compiuta alla nostra sofferenza. Gesù rimane colpito dal dolore di lei:
“Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!»”.
Sappiamo che un istante dopo risusciterà il figlio, ma credo che dobbiamo prestare attenzione a un miracolo ancora più importante: Gesù non rimane indifferente davanti al dolore di questa donna. Ognuno di noi dovrebbe saper questo: Gesù non chiude gli occhi e il cuore davanti a quello che viviamo, davanti a quello che ci fa soffrire.
Egli è vulnerabile a ciò che viviamo, ha deciso di sentirlo anche Lui. La compassione è entrare nella nostra stessa passione. È sentire con noi il medesimo dolore. Ma è anche saperlo arginare:
“Non piangere!”.
Ed è anche avere il potere di risolverlo in maniera radicale:
“E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre”.
Fonte: nellaparola.it