Le mie parole non passeranno

Le mie parole non passeranno

14 novembre 2021

XXXIII DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino

(Salmo 118)

Dio ti benedica !



XXXIII domenica del Tempo ordinario Anno B – Commento al Vangelo di don Fabio Rosini

VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 13,24-32
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».


PAROLE DEL SANTO PADRE

La storia dell’umanità, come la storia personale di ciascuno di noi, non può essere compresa come un semplice susseguirsi di parole e di fatti che non hanno un senso.

Non può essere neppure interpretata alla luce di una visione fatalistica, come se tutto fosse già prestabilito secondo un destino che sottrae ogni spazio di libertà, impedendo di compiere scelte che siano frutto di una vera decisione.

Nel Vangelo di oggi, piuttosto, Gesù dice che la storia dei popoli e quella dei singoli hanno un fine e una meta da raggiungere: l’incontro definitivo con il Signore. (Angelus, 18 novembre 2018)

Fonte: vaticannews.va


COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO

Scene apocalittiche nel Vangelo di questa domenica. Gesù fa una scorrettezza, manda avanti il nastro della storia, ci fa vedere il finale.

E’ come se uno che sta vedendo un film, a un certo punto stoppa, e manda avanti ci fa vedere il finale di questo film.

In definitiva questa sarebbe una cosa molto brutta perchè ci rovina alla sorpresa ma a volte la nostra vita diventa così strana, così pesante così insopportabile che soltanto se ci ricordiamo come va a finire la storia allora abbiamo il coraggio di continuare a vivere questa storia, a sopportare questa storia, ad affrontare questa storia per questo Gesù ci parla degli ultimi tempi, ci parla degli ultimi giorni, ci parla della destinazione verso cui tutti noi ci stiamo incamminando e ci dice che lui ha vinto, ha vinto la guerra, vinto la nostra storia, ha vinto tutte quelle cose che in questo momento invece ci fanno stare male.

E’ soltanto il ricordo di questa vittoria, di questa guerra, fa ingoiare a ciascuno di noi l’amaro dei fallimenti delle nostre battaglie, quando ogni volta che magari affrontiamo qualcosa sbagliamo oppure rimaniamo succubi di certe cose, il ricordo che qualcuno le ha già vinte, queste cose, anche per ciascuno di noi ci da il coraggio di viverle con dignità di prendere un respiro e di ritrovarci da capo.

Il cristiano è uno che si rimette in piedi non perché trova dentro di sé questa forza per rimettersi continuamente in piedi ma perché fa memoria e ricorda questo finale, ricorda il suo destino, ricorda che qualcuno l’ha già salvato che qualcuno ha già vinto la storia che qualcuno ha già redento la sua storia e questo ricordo è una forza per lui e per la gente che sta accanto.

Fonte: cercoiltuovolto.it


“..non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno ”

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