Per la durezza del vostro cuore
03 ottobre 2021
XXVII DOMENICA TEMPO ORDINARIO
Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
San Dionigi l’Areopagita
Nacque nella città di Atene, da nobile e ricca famiglia pagana, verso l’anno ottavo dell’era volgare.
Dotato dalla natura d’un ingegno sveglio, si diede agli studi frequentando i più celebri maestri d’Atene. Ma poichè amava lo studio dell’astronomia, si recò in Egitto..
Commemorazione
XXVII domenica del Tempo ordinario Anno B – Commento al Vangelo di don Fabio Rosini
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 10,2-16
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Nel progetto originario del Creatore, non c’è l’uomo che sposa una donna e, se le cose non vanno, la ripudia. No. Ci sono invece l’uomo e la donna chiamati a riconoscersi, a completarsi, ad aiutarsi a vicenda nel matrimonio.
Questo insegnamento di Gesù è molto chiaro e difende la dignità del matrimonio, come unione di amore che implica la fedeltà. Ciò che consente agli sposi di rimanere uniti nel matrimonio è un amore di donazione reciproca sostenuto dalla grazia di Cristo.
Se invece prevale nei coniugi l’interesse individuale, la propria soddisfazione, allora la loro unione non potrà resistere. Perciò alla Chiesa, in queste situazioni, non è chiesta subito e solo la condanna.
Al contrario, di fronte a tanti dolorosi fallimenti coniugali, essa si sente chiamata a vivere la sua presenza di amore, di carità e di misericordia, per ricondurre a Dio i cuori feriti e smarriti. (ANGELUS, 7 ottobre 2018)
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Nessuno si sognerebbe mai di dare da mangiare un bambino neonato un piatto di pasta al forno e allo stesso tempo credo che ci sarebbe da ridere se un adulto continuasse a mangiare gli omogeneizzati.
Credo che questo sia il senso delle parole che si usano nel vangelo di questa domenica, vuol dire che ciascuna delle nostre vite, ciascuna delle stagioni delle nostre vite, sono proporzionate poi a quello che viviamo e a quello che scegliamo.
Per la durezza del vostro cuore dice Gesù, Mosè gli ha dato quelle regole.
Cosa dire che persino Dio usa una misura diversa in base a quanto non riusciamo a sopportare, e tutto questo discorso vien fuori su una grandissima discussione che Gesù sta tenendo in base all’argomento della famiglia e del matrimonio.
Io credo che la sintesi di tutto questo si sa esattamente quello che stiamo vivendo anche nella nostra società contemporanea; quando un ragazzo a 15 anni si innamora di una ragazza, le motivazioni che lo portano a innamorarsi di una ragazza sono molto mescolate con il proprio apparato tumorale con il proprio apparato emotivo, c’è sempre una grande mescolanza di emozioni e di ormoni.
Io non lo so quanta libertà un bambino di 15 anni ha nello scegliere l’amore, però è una stagione della sua vita ed è giusto che la viva così.
Diventa un problema quando un uomo ha 40 anni e continua ad avere lo stesso metro di giudizio di quando aveva 15 anni è questo che è inaccettabile, avere paura a quaranta anni di prendere delle scelte importanti della propria vita o di confondere ancora l’attrazione con l’amore, questo diventa un problema serio perché una persona a 40 anni non può accettare in nome della libertà, di continuare a essere ostaggio semplicemente delle emozioni o dei propri ormoni.
Io credo che il discorso sul divorzio, il discorso sul fatto che qualcuno abbia il coraggio di scegliere qualcuno in maniera definitiva senza per forza avere psicologicamente una uscita di sicurezza per salvarsi da questa definitività venga soprattutto da una crescita che noi dobbiamo pretendere dentro la nostra vita…per carità, ci sono tantissimi problemi per cui in una famiglia si arriva a dei vicoli ciechi dove non si riesce più ad uscire ma molto spesso il nostro problema è un problema di crescita personale, abbiamo paura di questa parola definitiva di dire per sempre “io ti amerò” a qualcuno semplicemente perché continuiamo ad avere una mentalità di quando eravamo ragazzini, quando eravamo adolescenti.
Gesù chiede innanzitutto questo, di non abbassare mai l’ideale, di avere un grande ideale della propria vita della propria vocazione ma allo stesso tempo di aprire gli occhi e di lire “se sono grande, devo ragionare da grande”, non posso continuare ad avere un metro di giudizio di quando ero piccolo.
Senza questa crescita senza questo salto in avanti senza questo salto di qualità, rischiamo di creare un grande divario tra ciò che vorremmo per la nostra vita è ciò che noi siamo in grado di costruire attraverso le nostre scelte.
Crescere significa adeguare il nostro cuore e la nostra mente a quello che siamo in questo momento e Gesù non è uno che ama mettere dei paletti è uno che ama ricordarci che siamo chiamati a cose più grandi di quelle che tante volte viviamo.
Fonte: cercoiltuovolto.it