
I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio
02 ottobre 2021
SANTI ANGELI CUSTODI

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
Santi Angeli Custodi

Ecco io manderò il mio Angelo, il quale ti vada innanzi e ti custodisca nel viaggio, e ti introduca nel paese che ti ho preparato. Onoralo, ed ascolta la sua parola, guardati dal disprezzarlo; poichè egli non ti perdonerà se farai male, essendo in lui il mio nome..
Memoria
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,1-5.10
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Per prima cosa i bambini ci ricordano che tutti, nei primi anni della vita, siamo stati totalmente dipendenti dalle cure e dalla benevolenza degli altri. E il Figlio di Dio non si è risparmiato questo passaggio.
Dunque, i bambini sono in sé stessi una ricchezza per l’umanità e anche per la Chiesa, perché ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono.
E tutti, siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono! I bambini ci ricordano un’altra cosa bella; ci ricordano che siamo sempre figli. E questo ci riporta sempre al fatto che la vita non ce la siamo data noi ma l’abbiamo ricevuta.
A volte rischiamo di vivere dimenticandoci di questo, come se fossimo noi i padroni della nostra esistenza. (Udienza generale, 18 marzo 2015)
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Affidati
“Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
È sempre molto difficile accettare negli altri ciò che non riusciamo ad accettare in noi. E forse ci è più facile disprezzare negli altri ciò che disprezziamo in noi. Ma questo disprezzo non è neutrale, ha delle conseguenze. Dio ha messo un custode alla porta del bambino che è in noi. Forse è questa in sostanza la festa degli angeli custodi che oggi la liturgia ci fa ricordare.
La loro custodia non funziona come una forma di assicurazione sulla vita. La loro presenza ci fa sperimentare misteriosamente la possibilità stessa della vita. Perché quando tu ti senti le spalle coperte riesci anche a camminare davanti a te. Se non ti senti le spalle coperte non riesci nemmeno a mettere il passo successivo. Un angelo custode non ci è messo accanto per evitarci tutti i pericoli, ma per farci osare la vita nonostante i pericoli. Ma questa presenza è utile solo nella misura in cui torniamo ad essere “come bambini”, dice il Vangelo. Cioè viviamo più affidati che preoccupati:
“In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli”.
La semplicità dei bambini ci fa sentire anche la possibilità della vita stessa. Più cresciamo, più ragioniamo troppo sulle cose fino al punto di convincerci che non ne valga la pena, e così invece di andare avanti, ci fermiamo. Oggi dovremmo forse lasciarci prendere la mano e riprendere il cammino. Non siamo soli. Non è forse questo anche il grande messaggio di tutto il cristianesimo? Non siamo soli. Siamo di qualcuno. Siamo amati. A qualcuno interessa di noi non in maniera distratta ma fino al punto da dare la sua stessa vita. Chi ti ama così è come se ti mettesse addosso sempre quella giusta energia che ti aiuta a camminare sicuro nonostante tutto.
È davvero un peccato perdersi il presente.
Fonte: nellaparola.it
