
Guai a te
01 ottobre 2021
VENERDÌ DELLA XXVI SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
Santa Teresa di Lisieux

Il 2 gennaio 1873 verso mezzanotte, la casa di Giuseppe Stanislao Martin e di Zelia Guerin fu rallegrata da un nuovo olezzante fiorellino: Maria Teresa, che unitasi a completare il mazzo di fiori di quei..
Vergine e dottore della Chiesa
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,13-16
In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
PAROLE DEL SANTO PADRE
La fede in Dio chiede di rinnovare ogni giorno la scelta del bene rispetto al male, la scelta della verità rispetto alla menzogna, la scelta dell’amore del prossimo rispetto all’egoismo.
Chi si converte a questa scelta, dopo aver sperimentato il peccato, troverà i primi posti nel Regno dei cieli, dove c’è più gioia per un solo peccatore che si converte che per novantanove giusti (cfr Lc 15,7). Ma la conversione, cambiare il cuore, è un processo, un processo che ci purifica dalle incrostazioni morali.
E a volte è un processo doloroso, perché non c’è la strada della santità senza qualche rinuncia e senza il combattimento spirituale. Ma questo, anche il più piccolo impegno concreto, non si può fare senza la grazia.
La conversione è una grazia che dobbiamo chiedere sempre: “Signore dammi la grazia di migliorare. Dammi la grazia di essere un buon cristiano”. (ANGELUS, 27 settembre 2020)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Valorizzare il presente
Delle volte perdiamo delle persone importanti nella nostra vita o delle occasioni che non torneranno più indietro, semplicemente perché avevamo avuto l’opportunità di cambiare, di accogliere, di trattenere ciò che ci era capitato di buono e invece abbiamo preferito rimanere le vecchie persone di sempre, con le medesime mediocri certezze e abitudini. Abbiamo preferito rimanere fermi quando dovevamo metterci in cammino. Abbiamo preferito rimandare ciò che non tornerà più indietro. Ecco il tema del Vangelo di oggi:
“Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi”.
I segni, le delicatezze, gli investimenti di tempo e di persone che delle volte Dio ci dona, servono ad aiutarci a cambiare, a crescere, a migliorarci, a diventare noi stessi, cioè a convertirci. Ma se tutto questo noi ce lo viviamo solo come spettatori o credendo che è un nostro diritto tutto questo spreco di energie nei nostri confronti, allora è accovacciata alla nostra porta la tragedia. Ma non è colpa di Dio, è colpa di quella nostra strafottenza che delle volte ci fa dare tutto per scontato fino al giorno in cui non sbattiamo il muso e ci facciamo seriamente male.
Abbiamo la responsabilità di vivere in prima persona tutto quanto perché anche gli altri vedendo la nostra vita possano comprendere come la fede non è alienazione, non è disertare il reale, non è scappare dalle circostanze, non è rimandare, non è credere in un al di là che non ha niente a che fare con l’al di qua. Credere significa valorizzare tutto quello che c’è ora. È imparare la lezione del Vangelo che ci dice che se solo ascoltassimo davvero non faremmo la fine di chi arriva a un punto di non ritorno.
“Qui ed ora” è il presente di Dio, l’eternità.
È davvero un peccato perdersi il presente.
Fonte: nellaparola.it
