Spinto da quanto detto da Papa Francesco nell’omelia della Messa a Santa Marta del lunedì nell’ottava di Pasqua, ho pensato di presentare una figura di una giovane Santa, che già nei giorni scorsi da un suo devoto( che ringrazio), era stata presentata come modello in questo tempo di sopportazione e di attesa.
Sto parlando di Santa Gemma Galgani, di cui la chiesa ne celebra il culto l’11 Aprile.
Vi starete chiedendo, cosa c’entra Santa Gemma con il titolo dell’articolo… ebbene, ieri la mia attenzione è stata catturata da un annuncio di un sito di informazione partenopeo che annunciava proprio questo: ” Miracolo di Pasqua, si sveglia dal coma Gemma la 20enne napoletana“
Vi riporto quanto scritto nel servizio:
Un vero e proprio miracolo di Pasqua quello della 20enne napoletana originaria di Giugliano in Campania: la ragazza era in coma dal 6 aprile scorso dopo essere precipitata dal quinto piano di una palazzina di Nizza dove la giovane lavora.
Ancora ignote le dinamiche dell’accaduto sulle quali sta indagando l’autorità inquirente francese: la ragazza che lavorava in Costa Azzurra è precipitata nel vuoto, l’immediato intervento delle forze di Polizia, Vigili del Fuoco e personale sanitario ha permesso che la ragazza fosse letteralmente strappata alla morte.
Ad annunciare il risveglio della ragazza, sono gli stessi parenti della giovane ragazza accordi a Nizza per starle vicino: la notizia è stata data dai colleghi di Teleclub Italia.
Un vero e proprio miracolo considerando l’altezza dalla quale la giovane napoletana è precipitata: messaggi di felicità hanno invaso il profilo social di Gemma da parte di amici e parenti in clausura forzata a causa dell’emergenza Coronavirus.
Non so quanti di voi, abbiano fatto caso alla notizia del suo incidente nei giorni scorsi, piccola e frettolosa parentesi tra i numeri ( perché ahimè ormai, per i media, siamo numeri e non più persone, ognuna con la sua storia unica ed irripetibile). Però, le belle notizie, non vengono date…e te le devi andare a cercare…
Tuttavia riflettevo…questa ragazza si chiama Gemma…e l’ 11 Aprile è la memoria liturgica di Santa Gemma, sarà una coincidenza? Magari si, visto che il “Miracolo” è stato pubblicato il 12, il giorno di Pasqua…
Non convinto pienamente, oggi sono andato a ricercare altre fonti..ed ho scoperto che la notizia è stata data proprio la sera dell’ 11 Aprile…
Chiaramente, non sono io che dovrò accertare se ci sia stato effettivamente un “Miracolo” e soprattutto se Santa Gemma Galgani, possa in qualche modo aver ottenuto il risveglio per sua intercessione, però sicuramente tutto questo, mi fa pensare proprio alle parole di Papa Francesco:
Le donne vanno avanti a portare l’annuncio (cf. Mt. 28,8): sempre Dio incomincia con le donne, sempre. Aprono strade.
Non dubitano: sanno; lo hanno visto, lo hanno toccato. Hanno anche visto il sepolcro vuoto. È vero che i discepoli non potevano crederlo e hanno detto: “Ma queste donne forse sono un po’ troppo fantasiose” … non so, avevano i loro dubbi. Ma loro erano sicure e loro alla fine hanno portato avanti questa strada fino al giorno d’oggi: Gesù è risorto, è vivo tra noi (cf. Mt. 28, 9-10).
Ecco la dove noi non vogliamo vedere, donne come Santa Gemma Galgani hanno saputo credere contro tutto e tutti…
E come i discepoli di Emmaus, Cristo ci cammina accanto, parla con noi, spezza il pane con noi e non ce ne accorgiamo… solo rientrando in noi stessi e ascoltando il nostro cuore possiamo percepirlo e notare i segni della Sua presenza.
Una santa in farmacia. Anzi, in due successivamente. La prima era quella paterna, dove è nata e vissuta per alcuni anni tranquilli, con sette fratelli e con la madre che è stata per lei una maestra eccezionale di fede. Ma la perde già a otto anni, e questa è soltanto la prima delle sventure. Mentre lei si occupa della casa e dei fratelli, ecco arrivare insieme la morte del padre e la miseria.
Le visioni di Gesù con la Madonna
Tra quelli che pensano agli orfani c’è anche un collega di suo padre, il farmacista lucchese Matteo Giannini, che accoglie Gemma per badare ai suoi figli (ne ha otto) e aiutare un po’ in casa. Lei avrebbe voluto entrare tra le suore passioniste, ma non è stato possibile; ben venga dunque la nuova sistemazione. Non ha molta salute, però. Non può far molto in casa Giannini. E potrà fare sempre meno. Ma non solo. Nascono problemi inattesi, perché la vita di Gemma è una successione di casi che non si spiegano. E che infine risultano quasi offensivi e scandalosi per l’ottimismo trionfante di questo XIX secolo al tramonto. Si esulta per l’energia elettrica che solleva l’uomo dalla fatica, per i vaccini che lo salvano dal male. Ecco, la scienza genera felicità e salute per tutti, cancella le paure, avvera ogni speranza, abroga e sostituisce Dio. Nella casa del farmacista lucchese, invece, la ragazza Gemma Galgani dice che ha colloqui con Gesù, con la Madonna. Ma c’è di peggio: quei discorsi concernono la sofferenza, il dolore innocente, l’imitazione di Gesù suppliziato; proprio i temi meno sopportati dal “moderno pensiero”.
la comparsa di misteriose ferite sul corpo
Le appaiono sul corpo come delle ferite: segni della Passione di Gesù? Per riguardo a lei e per chiarezza, il vescovo chiama fior di medici intorno a Gemma; bisogna controllare ogni cosa occhiutamente, perché tanti fatti “incredibili” si producono anche per via di suggestione. Lei lascia tranquillamente che tutti facciano, visitino e analizzino: incredibile la sua serenità. Il padre spirituale e le suore passioniste la invitano al riserbo, e lei non chiede di meglio. Non si sente chiamata a comunicare queste esperienze, ma solo a viverle, nel modo più normale e “qualunque”. Per i lucchesi lei è ormai “la ragazza della grazia”, e nessuna barba canonica o teologica potrebbe dire meglio.
Santa per aver accolto la sofferenza con lucidità
Gemma soffre molto negli ultimi anni per una malattia che l’aveva già colpita in passato; muore alla vigilia di Pasqua nel 1903 e sarà la prima santa morta e canonizzata (1940, da Pio XII) nel XX secolo. Ma Gemma non è santa per i fatti straordinari accaduti in vita sua. Lo è per dote sua intrinseca: per la decisione lucida di accogliere il peso della sofferenza silenziosa, a imitazione di Cristo; e di farne la sua risposta serena ai frastuoni dell’orgoglio. Una risposta che a molti ha dato o restituito la fede, e a tanti sfiduciati ha fatto ritrovare il coraggio. La data di culto per la Chiesa universale è l’11 aprile, mentre la Famiglia Passionista e la diocesi di Lucca la celebrano il 16 maggio.
(Fonte: Famiglia Cristiana)