In via straordinaria, l’Arcivescovo Augusto Lojudice nel giorno di Pasqua, con il Santissimo Sacramento, dopo la benedizione in Duomo, ha attraversato in via straordinaria la città per riportare in San Francesco il Miracolo Eucaristico, accompagnato dai frati e dalle autorità cittadine.

L’Arcivescovo, con il Santissimo Sacramento, dopo la benedizione in Duomo, ha attraversato in via straordinaria la città per riportare in San Francesco il Miracolo Eucaristico delle Sacre Particole, accompagnato dai frati e dalle autorità cittadine.

Dopo il passaggio in piazza del Campo, la processione è proseguita da via San Vigilio, Via Lucherini, Via Bandini e Via del Giglio, San Pietro a Ovile,Via dei Rossi  fino in San Francesco.

Non potendo seguire la processione per le disposizioni in merito al corona virus, sono stati tanti i cittadini che hanno seguito l’ evento affacciati alle finestre.

“Porteremo questi momenti nei nostri cuori e nelle nostre menti per sempre” è il commento del sindaco di Siena Luigi De Mossi.

L’arcivescovo sostando in piazza del Campo, è poi risalito da via San Vigilio facendo sosta in cima a Via Lucherini, ha proseguito poi su Via Bandini e Via del Giglio, da San Pietro a Ovile fino in Via dei Rossi rientrando al termine in San Francesco.


La storia del Miracolo Eucaristico di Siena

A Siena, nella Basilica di San Francesco, si custodiscono da 284 anni 223 Ostie che miracolosamente si mantengono intatte da allora, contro ogni legge fisica e biologica. Uno dei documenti più autorevoli riguardo al Prodigio è una memoria coeva del 1730, scritta da un certo Macchi. Ma vediamo cosa avvenne precisamente. Il 14 agosto del 1730, alcuni ignoti ladri penetrarono nella chiesa di San Francesco a Siena, tenuta dai Frati Minori Conventuali e rubarono la pisside contenente 351 Ostie consacrate. Appena il furto venne scoperto, si sospese anche il celebre Palio in segno di riparazione.

Nonostante le diligentissime ricerche condotte dalle autorità religiose e civili, le sacre Particole furono ritrovate, casualmente, la mattina del 17 agosto nel vicino santuario di S. Maria in Provenzano, ove i ladri sacrileghi le avevano nascoste dentro la cassetta delle elemosine in mezzo alla polvere e alle ragnatele. Le Ostie allora furono piamente ripulite, esaminate e debitamente identificate come quelle rubate. Tutto il popolo accorse ad omaggiare con una solennissima processione le sante Ostie, che furono riportate in S. Francesco in un tripudio di canti e di preghiere. Intanto il tempo passava, ma nessun segno di alterazione si notava in esse, a differenza di quanto ci si sarebbe dovuto attendere. Più volte, a distanza di decenni, uomini illustri le esaminarono con ogni mezzo che il progresso metteva loro a disposizione, moltiplicando però, nel contempo, cause ed elementi che avrebbero dovuto favorirne la corruzione (travasamenti, scuotimenti, contatti, conteggi, pulviscolo, umidità, ecc.).

Ma la scienza ha sempre concluso i suoi esami, affermando che “le sacre Particole sono ancora fresche, intatte, fisicamente incorrotte, chimicamente pure e non presentano alcun principio di corruzione”.

L’Arcivescovo Tiberio Borghese ordinò anche una controprova: fece chiudere per 10 anni in una scatola di latta sigillata alcune Ostie non consacrate. Alla riapertura della scatola la Commissione scientifica preposta trovò al posto delle Ostie solo vermi e frammenti putrefatti. L’ultimo esame fu autorizzato da Papa San Pio X e ad esso parteciparono illustri studiosi. Questo fu il verdetto della commissione, composta da eminenti professori di bromatologia, igiene, chimica e farmaceutica, che compì il grande esame scientifico del 10 giugno 1914.

Il verbale che stesero diceva: “le Sante Particole di Siena sono un classico esempio della perfetta conservazione di particole di pane azzimo consacrate nell’anno 1730, e costituiscono un fenomeno singolare, palpitante di attualità che inverte le leggi naturali della conservazione della materia organica.

Le sacre Particole furono adorate anche da Sua Santità Giovanni Paolo II, nel corso della visita pastorale effettuata alla città di Siena il 14 settembre 1980. In quella occasione, dopo averne ascoltata la storia, commosso, esclamò: “E’ la Presenza!

Il Miracolo Eucaristico permanente di Siena, per il quale il tempo si è fermato, offre a tutti – dai più scettici ai più distratti – la possibilità di vedere coi propri occhi e di toccare con le proprie mani una delle più grandi meraviglie di Cristo sulla terra, dinanzi alla quale anche la Scienza ha piegato la fronte.

Il Miracolo permanente delle SS. Particolare si custodisce nella cappella Piccolomini nei mesi estivi, e nella cappella Martinozzi nei mesi invernali.

Il grande scienziato Enrico Medi, si espresse così riguardo al Miracolo di Siena: “Questo intervento diretto di Dio, è il miracolo (…) miracolo nel senso stretto della parola, compiuto e mantenuto tale miracolosamente per secoli, a testimoniare la realtà permanente di Cristo nel Sacramento Eucaristico.

In questi tempi, tanto difficili per la cristianità e per la Chiesa, in cui riaffiorano dottrine false che vorrebbero inclinare la nostra fede, la città di Siena alza il suo segno e mostra al mondo il suo miracolo”.

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