La testa di Giovanni il Battista



Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino

(Salmo 118)


Dio ti benedica !



VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 6,17-29

In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Parola del Signore



COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO

Verità

La morte cruenta di Giovanni Battista è il cuore del Vangelo di oggi. In realtà leggiamo questo racconto perché la liturgia odierna ci fa ricordare proprio il martirio del Battista. Basterebbe solo pensare a questa morte per lasciarsi evangelizzare, ma vorrei che ponessimo la nostra attenzione sull’atteggiamento strano che Erode ha nei suoi confronti:

“Giovanni diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri”.

Un uomo come Erode sente fascino nei confronti di un uomo come Giovanni. Tutta la buona notizia nel Vangelo sembra quindi concentrarsi su questo dettaglio apparentemente secondario: puoi essere Erode ma non puoi restare indifferente alla Verità e a chi la dice. Ciò sta a significare che nonostante le scelte sbagliate, i vissuti contradditori, e la convinzione di essere più furbi degli altri, rimaniamo comunque sensibili a ciò che è oggettivamente vero. 

Sappiamo che alla fine questo non salverà la vita di Giovanni ma ci dice che nessuno può dirsi immune al lavorio della propria coscienza. Possiamo agire contro di essa o a favore, certamente però non possiamo dire di non averne una. E proprio per questo Erode è infinitamente responsabile di quello che fa, e con lui ognuno di noi. Non possiamo continuare a dare la colpa a tutti i condizionamenti di cui è fatta la nostra vita, ma ognuno di noi deve ammettere che ha una coscienza e che al di là di tutto essa ci dice qualcosa. Dobbiamo decidere però cosa farne di ciò che ci dice.

Fonte: nellaparola.it



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