Il segno di Giona

19/07/2021

LUNEDÌ DELLA XVI SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino

(Salmo 118)

Dio ti benedica !


Sant’ Arsenio il Grande

Bianco con candida e lunga barba, alto di statura, nobilissimo d’aspetto, questo era Sant’Arsenio a novantacinque anni, dopo più di mezzo secolo di vita nel deserto più arido e desolato, quello dello Scete..

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Eremita



VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 12,38-42

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».

Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno!

Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.

Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono.

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona!

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone.

Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».


PAROLE DEL SANTO PADRE

Da voi, a Ninive, risuonò la profezia di Giona, che impedì la distruzione e portò una speranza nuova, la speranza di Dio. Lasciamoci contagiare da questa speranza, che incoraggia a ricostruire e a ricominciare.

E in questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a rafforzare la fraternità, per edificare insieme un futuro di pace.

Insieme, fratelli e sorelle di ogni tradizione religiosa. (Papa Francesco, Videomessaggio prima del Viaggio Apostolico in Iraq 5-8 marzo 2021)

Fonte: vaticannews.va


COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO

Una relazione affidabile

«Maestro, da te vogliamo vedere un segno». 

Potremmo tradurre questa richiesta in maniera ancora più sintetica:

“Convincici!”.

Ma se la fede fosse un’opera di convincimento dovremmo temere molto perché nel momento in cui vacillasse la convinzione vacillerebbe anche la fede. Mentre la fede non è un ragionamento convincente bensì una relazione affidabile. Una relazione che rimane anche quando tutto vacilla e i concetti, i ragionamenti, e le circostanze mettono in discussione tutto. I segni finiscono, e se la nostra fede si basasse sui segni finirebbe anch’essa. Infatti quando Gesù sarà arrestato la maggior parte di chi lo seguiva scapperà, e sotto la croce ci sarà solo un manipolo di donne e Giovanni, il più piccolo degli apostoli.

“Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta.

Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra”.

L’unico segno che Gesù profetizza è quello della Sua sepoltura e della Sua resurrezione. Ma quanti davanti a quel sepolcro sigillato andarono via? Solo chi è rimasto lì anche quando tutto sembrava perduto ha potuto fare esperienza della resurrezione. Per questo non dobbiamo avere paura delle crisi di fede. Esse si affrontano con la fedeltà e non con la fuga. Non dobbiamo pensare che siccome i ragionamenti vacillano allora è venuta meno anche la nostra relazione con il Signore.

Egli rimane vero anche quando a noi sembra il contrario. Questa memoria ci salva la vita. In questo senso tutti i più grandi santi hanno fatto esperienza di questa prova. La teologia spirituale chiama questo momento “la notte oscura”, ed è proprio attraverso questa notte che si arriva al mattino di Pasqua.

Non dobbiamo chiedere al Signore di darci sempre ciò che a noi sembra utile, ma di darci ciò che è veramente utile per noi anche quando questo non coincide con le nostre aspettative.

“Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta”.

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