
Colui che parla con te


Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
VANGELO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.
Parola del Signore.

COMMENTO DI DON LUIGI MARIA
Quando è buio, di chi è la colpa? Quando nella vita non si vede più dove si sta andando, di chi è la colpa? Quando le circostanze ti inchiodano sul ciglio della strada, di chi è la colpa? Quando c’è un terremoto, di chi è la colpa? Quando si muore per un virus, di chi è la colpa?
E’ questa la grande domanda che mette in risalto il Vangelo di oggi:
“Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio”.
Bisogna rinunciare a leggere la realtà con il metro di giudizio della colpa e dei colpevoli.
La cosa più interessante non è mai di chi è la colpa, ma cosa è nascosto veramente in quel buio. Gesù dice che è così perchè si manifestino le opere di Dio. Sta dicendo cioè che lì dove ci sembra che tutto sia finito c’è invece nascosta un’altra storia. Poi passa all’azione: “Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse:
«Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva”.
Il gesto è chiaramente un gesto di profonda intimità (saliva, terra, tocco), e rimanda a una dimensione che in questi giorni forse ci sfugge. Siamo infatti tutti alla ricerca di “religione”, cioè di gesti che esorcizzino l’angoscia e le prove che stiamo vivendo, ma forse dovremmo cercare la “fede”, cioè costruire un’intimità profonda con Gesù proprio al cuore di questa angoscia e di queste prove, senza volerne sfuggire. Solo quando si smette di “evitare” le cose allora si dischiude davanti a noi anche la vista del loro vero significato.
Chiediamo la grazia di questa intimità con Gesù per poter tornare a vedere veramente.
Commento del 2020
Fonte : cercoiltuovolto.it

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