A Dio tutto è possibile

17 Agosto 2021

MARTEDÌ DELLA XX SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino

(Salmo 118)

Dio ti benedica !


 Santa Chiara da Montefalco

Vi furono dispute tra i francescani e gli agostiniani riguardo all’appartenenza di Chiara all’uno o all’altro ordine (un’importante riconoscimento per entrambi).

Chiara in realtà apparteneva a tutti e due: infatti per quindici anni fu membro della comunità di pie giovani donne che conducevano una vita di penitenze in eremitaggi, come terziarie secolari di S. Francesco, sotto la direzione della sorella Giovanna, ma, quando decisero di intraprendere una vita conventuale, il vescovo di Spoleto diede loro la regola agostiniana.

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Vergine



VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 19,23-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».

A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».

Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».

E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele.

Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».


PAROLE DEL SANTO PADRE

Ci sono degli atteggiamenti previ alla confessione di Gesù. Anche per noi, che siamo nel gregge di Gesù. Sono come “antipatie previe”, che non ci lasciano andare avanti nella conoscenza del Signore.

La prima di tutte sono le ricchezze. (…) Il Signore è stato duro, con le ricchezze, è stato molto duro, molto duro. Al punto di dire che era più facile che un cammello passasse per la cruna di un ago che un ricco nel regno dei cieli.

È duro, questo. Le ricchezze sono un impedimento per andare avanti.

Ma dobbiamo cadere nel pauperismo? No. Ma non essere schiavi delle ricchezze, non vivere per le ricchezze, perché le ricchezze sono un signore, sono il signore di questo mondo e non possiamo servire due signori. (Papa Francesco, Santa Marta del 5 maggio 2020)

Fonte: vaticannews.va


COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO

Autosufficienza mortifera

“È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”.

Certe frasi del Vangelo non hanno bisogno di presentazioni perché ormai sono entrare nell’immaginario comune. Eppure questa frase ormai diventata famosa è anche una frase fraintesa, perché Gesù non sta parlando della semplice ricchezza, bensì del rapporto che noi costruiamo con le cose.

Quando le cose, o anche solo il desiderio di esse, appaga o offusca i nostri bisogni allora siamo intrappolati come un cammello che deve passare per la cruna di un ago.  Quando si arriva a credere di non aver bisogno degli altri, di Dio, dell’amore, di una speranza grande, di un amico, allora noi ci comportiamo come ricchi, e per uno così non è facile salvarsi.

Finché non riprendiamo confidenza con il fatto che noi siamo innanzitutto bisogno, e quindi siamo essenzialmente tutti poveri, allora non potremmo nemmeno accogliere il regno di Dio nella nostra vita. Perché Dio dà l’acqua a chi la chiede e non a chi pensa di essere già dissetato. 

Non dobbiamo passare la vita ad addomesticare i nostri bisogni ma ad accoglierli con umiltà. Noi non possiamo fare a meno degli altri, non possiamo fare a meno dell’amore, non possiamo fare a meno di Dio, non possiamo fare a meno di tantissime cose e prima ce ne accorgiamo, prima le accogliamo.

Chi basta a se stesso è già all’inferno ma ancora non lo sa. Ci verrebbe da domandarci allora perché molti santi nello scegliere la povertà, l’hanno intesa anche come povertà dalle cose materiali. Credo che questa scelta sia una scelta pienamente umana, e quindi profondamente simbolica. La distanza dalle cose materiali ci ricorda la giusta distanza che dobbiamo avere da tutto ciò che ci spinge a un’autosufficienza mortifera. 

Capita troppo spesso che sono le cose a possedere noi e non invece noi le cose. Meglio quindi provare un po’ di fame e ricordarsi di essere liberi, che essere satolli e fondamentalmente succubi del mondo. La povertà evangelica è celebrazione di libertà non di sacrificio.  


“ è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». ”

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