II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia

Tutto quanto aveva per vivere



Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino

(Salmo 118)


Dio ti benedica !



VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,38-44

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

Parola del Signore



COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO

Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Il Vangelo di oggi ci mette in guardia dalla logica dell’apparenza. Essa non è semplicemente voler apparire, ma è soprattutto pensare che la nostra vita vale qualcosa solo se qualcuno si accorge di noi.

In fondo chi vive d’apparenza è molto spesso un insicuro in cerca di conferme. E senza a volte nessuna particolare cattiveria entra in un circuito di dipendenza che lo trasforma in una maschera per ogni circostanza.

«Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave».

Se tu sei ciò che appari allora la tua vita è tutta concentrata sulla parte superficiale, su quello che si vede, sull’apparenza. Ma il meglio della vita non è mai in superficie ma è nel cuore.

Infatti, alle persone di facciata si contrappongono le persone di cuore, ed esse le si riconoscono da una caratteristica fondamentale: la totalità. Ecco perché Gesù loda il gesto di una donna di cui non si accorge nessuno se non lui solo:

«E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte. Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino. Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: “In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”».

Ella, dice Gesù, ha messo tutto quanto. Il problema non è nella quantità, nella misura umana di quell’offerta, ma in quella postura interiore che ha come significato il coinvolgimento non dell’apparenza ma dell’essenziale del suo essere.

Ritornare al cuore significa essere più preoccupati di quello che viviamo nel cuore che di quello che pensa la gente di noi. Più preoccupati di ciò che conta e non di ciò che appare.

Fonte: cercoiltuovolto.it



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