
Che neanche uno di questi piccoli si perda
7 dicembre 2021
MARTEDÌ DELLA II SETTIMANA DI AVVENTO

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
Sant’ Ambrogio
Di nobile famiglia romana, nacque a Treviri nelle Gallie ove suo padre era prefetto e a pochi mesi di vita uno sciame di api portò alla sua bocca del miele. Ancora giovane, per la sua grande prudenza ed..
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Vescovo e dottore della Chiesa
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita?
In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite.
Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Siamo tutti avvisati: la misericordia verso i peccatori è lo stile con cui agisce Dio e a tale misericordia Egli è assolutamente fedele: nulla e nessuno potrà distoglierlo dalla sua volontà di salvezza.
Dio non conosce la nostra attuale cultura dello scarto, in Dio questo non c’entra. Dio non scarta nessuna persona; Dio ama tutti, cerca tutti: uno per uno!
Lui non conosce questa parola “scartare la gente”, perchè è tutto amore e tutta misericordia.
Il gregge del Signore è sempre in cammino: non possiede il Signore, non può illudersi di imprigionarlo nei nostri schemi e nelle nostre strategie. Il pastore sarà trovato là dove è la pecora perduta. (Udienza generale, 4 maggio 2016)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
“Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta?”.
Se una pecora è solo una pecora, non credo che valga la pena mettersi a cercarla. Ma se un pastore ama le sue pecore allora ogni sua pecora è unica. L’amore rende ogni cosa unica.
Questo fa sì che tutto quello che riguarda me non può essere messo in paragone con gli altri. Noi non siamo amati di un amore che fa statistica. Noi siamo amati di un amore che ci considera unici, irripetibili. Siamo amati di un amore che non si arrende davanti al nostro perderci, che ci viene a cercare, che non smette di farlo finché non ci ha ritrovati.
Gesù nel vangelo di oggi ci dice che Dio non è “un motore immobile” come lo definiva Aristotele. Il nostro è un Dio che rinuncia alla sua “immobilità” perché Egli è il moto stesso dell’amore. Se noi lo stiamo cercando, Lui ci sta cercando di più. E questo per un motivo che nessuno può davvero comprendere se non ha sperimentato l’amore:
“Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite”.
È la gioia il motivo vero dell’amore. Chi ama ha trovato gioia. Dio ci ama e prova infinita gioia nell’amarci, nel cercarci, nel trovarci. Il Suo non è un amore impassibile. Il suo è un amore che si compromette fino all’estreme conseguenze, fino a morire per noi. Si è cristiani quando si fa continuamente memoria di questo amore. Quando ci si lascia evangelizzare da questo amore.
Quando ci si ricorda che possiamo esserci andati a mettere nella situazione più sbagliata e contraddittoria al mondo, ma che Lui non si arrenderà mai nel venirci a cercare e a prenderci. E tutto questo perché ci ama, ed è felice di amarci, ed è felice di dover attraversare mille difficoltà pur di riprenderci. “Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli”.
Questo è il motivo per cui manda Suo Figlio a cercarci.
Fonte: cercoiltuovolto.it
