Padre
06 ottobre 2021
MERCOLEDÌ DELLA XXVII SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO
Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
San Bruno di Colonia
S. Brunone nacque da nobile famiglia verso l’anno 1035 nella città di Colonia.
Frequentò la scuola presso la chiesa di S. Cuniberto, facendo rapidi progressi nella scienza e nella pietà, tanto che S. Annone..
Sacerdote e monaco
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 11,1-4
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Nella Preghiera del Signore – nel “Padre nostro” – chiediamo il «pane quotidiano», nel quale scorgiamo un particolare riferimento al Pane eucaristico, di cui abbiamo bisogno per vivere da figli di Dio.
Imploriamo anche «la remissione dei nostri debiti», e per essere degni di ricevere il perdono di Dio ci impegniamo a perdonare chi ci ha offeso. E questo non è facile.
Perdonare le persone che ci hanno offeso non è facile; è una grazia che dobbiamo chiedere: “Signore, insegnami a perdonare come tu hai perdonato me”. È una grazia. (Udienza generale, 14 marzo 2018)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Consegnarci a un Amore
Potrei essere io quel “tale discepolo” del Vangelo di oggi, perché anche io mi sento tormentato dal dubbio di non aver ancora compreso cosa sia la preghiera e come si preghi:
“Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli»”.
Mi piace pensare che la prima vera preghiera che possiamo fare, e che forse dura per la maggior parte della nostra vita, è esattamente questa:
“insegnaci a pregare”.
Magari la gente ci vede inginocchiati, o in un angolo raccolti e pensa “chissà quanto deve essere profonda e alta la preghiera di questo qui”, ma la verità è che la richiesta più ricorrente di chi prega per davvero è sempre la stessa: “io non so come si prega, sono qui affinché tu me lo insegni”. Ecco perché l’unica preghiera che Gesù insegna ai discepoli inizia con la parola “Padre”.
Imparare a pregare significa fare “l’esperienza del Padre”, cioè l’esperienza di non sapere semplicemente che Dio esiste ma che mi ama. E delle volte pregare significa purificare tutte le immagini di padre sbagliate che abbiamo dentro, tutte le immagini di amore sbagliato che sono strutturate dentro di noi. La preghiera è il tentativo che Gesù fa di insegnarci il “Padre”.
La vera preghiera non è una cosa che facciamo noi, ma una cosa che permettiamo che Cristo faccia in noi. Ma è una grande fatica per noi decidere di non fare nulla, di lasciare fare allo Spirito, di consegnarci a un Amore che vuole innanzitutto amarci prima ancora di domandarci di amare. Infatti solo se si è incontrato davvero un Padre che ci ama si può anche pensare di perdonare qualcuno. Senza l’esperienza dell’amore tutto diventa ingiustizia, tutto problema, tutto pretesa.
In fondo le persone più arrabbiate con la vita lo sono fondamentalmente perché non si sentono amate. In questo senso un cristianesimo che non riparte dalla preghiera, cioè dal Padre, risulta essere solo un’insopportabile morale.
Fonte: nellaparola.it