
Ipocrisia
01/06/2021
MARTEDÌ DELLA IX SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
Sant’ Annibale Maria Di Francia

Annibale Maria Di Francia nacque a Messina il 5 luglio 1851 da una famiglia della nobiltà cittadina. Circa diciottenne sentì la vocazione al sacerdozio, che egli stesso definì «improvvisa, irresistibile, sicurissima».
Tale chiamata crebbe nella consapevolezza della primaria importanza della preghiera per le vocazioni, ispirata al comando di Gesù La messe è molta, ma gli operai sono pochi..
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Sacerdote, Fondatore
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 12,13-17
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.
PAROLE DEL SANTO PADRE
“L’ipocrita ha questa doppia faccia. Ma Gesù conoscendo la loro ipocrisia, dice chiaramente: ‘Perché volete mettermi alla prova, portatemi un denaro, voglio vederlo’. Sempre Gesù agli ipocriti e agli ideologici risponde con la realtà.
La realtà è così, tutto l’altro è o ipocrisia o ideologia. Ma questa è la realtà: portatemi un denaro. E fa vedere come è la realtà, risponde con quella saggezza del Signore: ‘Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare – la realtà era che il denaro aveva l’immagine del Cesare – e quello che è di Dio a Dio’”. (Santa Marta 6 giugno 2017)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DON LUIGI MARIA EPICOCO
Ciò che conta
Trovare il modo di contrapporre Gesù ai Romani era un buon stratagemma per ridurlo al silenzio. E se anche avesse preso le parti dei Romani inevitabilmente si sarebbe guadagnata l’antipatia della povera gente vessata dalla tassazione romana. Ecco perché il Vangelo di oggi è uno di quei brani dove più emerge l’originalità di Cristo:
“mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?»”.
Cosa può fare Gesù davanti a una situazione simile? Quello che fa la verità: chiarire una volta per tutte che Dio non è schierato con un partito, ma è schierato con l’uomo:
“Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio»”.
Ecco la genialità di Cristo: per quanto i Romani possano risultare fastidiosi, oppressori e ingiusti, non si deve a loro la parte più essenziale di noi. Ai Romani gli si possono dare i soldi ma non ciò che conta, la propria coscienza, la libertà radicale che ognuno si porta addosso come immagine e somiglianza di Dio.
Ognuno di noi ha i suoi Romani: una malattia, una situazione, un problema; ma ognuna di queste cose può prendersi molto ma non ciò che conta, perché ciò che conta è di Dio. E questa è davvero una buona notizia, perché nelle situazioni di ingiustizia e oppressione che ciascuno vive, dobbiamo sempre ricordarci che rimaniamo radicalmente liberi anche quando ci sembra che ci viene tolto tutto.
Davanti a una risposta del genere, anche i nemici rimangono a bocca aperta:
“E rimasero ammirati di lui”.
