
Dai loro frutti li riconoscerete.
23/06/2021
MERCOLEDÌ DELLA XII SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
San Giuseppe Cafasso

Si è spesso sostenuto che Giuseppe Cafasso sia stato membro della congregazione salesiana, ma la cosa non risponde a verità: direttore spirituale e amico intimo del fondatore S. Giovanni Bosco (31 gen.), rimase sempre sacerdote diocesano..
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Sacerdote
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7, 15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete.
Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il frutto sono le azioni, ma anche le parole. Anche dalle parole si conosce la qualità dell’albero. Infatti, chi è buono trae fuori dal suo cuore e dalla sua bocca il bene e chi è cattivo trae fuori il male, praticando l’esercizio più deleterio fra noi, che è la mormorazione, il chiacchiericcio, parlare male degli altri.
Questo distrugge; distrugge la famiglia, distrugge la scuola, distrugge il posto di lavoro, distrugge il quartiere. Dalla lingua incominciano le guerre. Pensiamo un po’, noi, a questo insegnamento di Gesù e facciamoci la domanda: io parlo male degli altri? Io cerco sempre di sporcare gli altri? Per me è più facile vedere i difetti altrui che i miei?
E cerchiamo di correggerci almeno un po’: ci farà bene a tutti. (Angelus, 3 marzo 2019)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Ipocriti
“Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete”.
Ma c’è anche da dire che prima che vengano smascherati hanno solitamente il tempo di fare molti danni. Infatti è un male antico quello di travestirsi da buoni, da giusti, da moralisti, da praticanti, ma la verità è che molto spesso uno che ostenta qualcosa è perché fondamentalmente non ce l’ha.
Non si può ostentare bontà, povertà, umiltà, senza cadere nel ridicolo, infatti chi usa queste cose per vantarsi solitamente non è né buono, né povero, né umile. Gesù dice che “dai frutti li riconoscerete”, ma vorrei aggiungere che c’è anche qualche altro modo per accorgercene.
Diffidate di chi si prende troppo sul serio, di chi non sa sorridere di se stesso, di chi fa finta di ascoltare ma parla solo lui, di chi dà troppe pacche sulle spalle facendoti sentire sempre un po’ sbagliato. I falsi profeti hanno sempre tutto chiaro per questo odiano il confronto, non dialogano ma sentenziano, non uniscono ma uniformano.
Ecco perché il Vangelo non ha paura a dire che di persone così non ci si può fare nemmeno un buon fuoco, ma solo fuoco di scarto, quello che i contadini accendono per smaltire i rifiuti delle piante, i rami secchi e le foglie morte:
“Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere”.
Per questo, arrivata la sera, quando facciamo il nostro esame di coscienza, dovremmo attraversare con coraggio tutte le foglie di cui siamo fatti, tutta l’apparenza di cui siamo rivestiti, e cercare almeno un frutto che dica che quella giornata non è stata sprecata.
E se non ne troveremo nemmeno uno, almeno avere l’umiltà di offrire al Signore il nostro niente senza credere che il fumo di cui tanto spesso è piena la nostra vita possa ingannare anche Lui. Gesù loda chi ammette la propria miseria, ha invece in grande antipatia gli ipocriti. Deponiamo le maschere da pecora e lasciamo che il lupo si converta.
