La porta stretta
22/06/2021
MARTEDÌ DELLA XII SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO
Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
San Tommaso Moro
Prima che la scure gli staccasse di netto la testa, Tommaso Moro (Thomas More), rivolto al carnefice, disse: «Pregare Iddio per il re, che lo illumini e lo ispiri». Quel re si chiamava Enrico VIII, del quale Tommaso era sempre stato amico e suddito fedele, occupando posti di grande importanza..
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Martire
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 7, 6.12-14
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Gesù non vuole illuderci, dicendo: “Sì, state tranquilli, la cosa è facile, c’è una bella autostrada e in fondo un grande portone…”.
Non ci dice questo: ci parla della porta stretta. Ci dice le cose come stanno: il passaggio è stretto.
In che senso? Nel senso che per salvarsi bisogna amare Dio e il prossimo, e questo non è comodo!
È una “porta stretta” perché è esigente, l’amore è esigente sempre, richiede impegno, anzi, “sforzo”, cioè una volontà decisa e perseverante di vivere secondo il Vangelo.
San Paolo lo chiama «il buon combattimento della fede». Ci vuole lo sforzo di tutti i giorni, di tutto il giorno per amare Dio e il prossimo. (Angelus, 25 agosto 2019)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Discernere
Alcune espressioni del Vangelo sembrano eccessive ma in realtà nascondono il peso specifico che noi solitamente non sappiamo dare alle cose:
“Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi”.
L’amore vero sa fare discernimento. Non è un buonismo di basso costo. Certe volte pur di sentirci buoni distribuiamo “cose buone” senza pensare se chi abbiamo di fronte è capace di reggerne il peso o sa dare la giusta importanza a ciò che gli stiamo dando.
Siamo chiamati ad amare, cioè siamo chiamati a dare cose “sante”, ma non senza criterio ma prendendo sul serio chi abbiamo di fronte perché ciò che conta non è solo dare, ma fare in modo che ciò che si sta dando possa davvero arrivare al cuore delle persone.
Non bisogna però dimenticare che agli occhi del mondo chi ama appare sempre come “uno spreco”. I santi, i più delle volte, sono stati percepiti dal mondo come uno “spreco”. Molti di loro hanno consumato la loro vita rinunciando a realizzare una gloria personale.
Molti di loro hanno detto di no a chi gli ha offerto il mondo intero pur di non perdere se stessi e ciò che più stava loro a cuore, cioè Cristo. Prima di essere ammirati sono stati dileggiati, derisi, compatiti, giudicati, fatti fuori. Per questo il Vangelo ci ricorda che la strada che conduce alla vita è stretta, e bisogna abbassarsi, spogliarsi, farsi piccoli per potervi passare:
“quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!”.
Si, perché delle volte il problema non è solo entrarvi ma trovarla. In questo senso anche la fede cristiana non è mai un fenomeno di massa, perché di massa può esserlo solo una performance religiosa, ma la vera fede solitamente decima le folle e fa emergere solo chi è disposto davvero a credere. Infatti sotto la croce non c’erano le folle ma solo uno sparuto gruppo di donne, tra cui Maria e un solo discepolo, Giovanni.