
Chiamateli alle nozze
19 Agosto 2021
GIOVEDÌ DELLA XX SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO

Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
San Giovanni Eudes

Giovanni nacque il 14 novembre 1601 da pia e modesta famiglia a Ri, un villaggio vicino ad Argentan nella Normandia.
Fin da giovinetto diede prova di grande virtù e di profonda pietà, dimostrando una particolar..
Sacerdote
VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 22,1-14
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse:
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire.
Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città.
Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”.
Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il re che «fece una festa di nozze per suo figlio», è immagine del Padre che ha predisposto per tutta la famiglia umana una meravigliosa festa di amore e di comunione intorno al suo Figlio unigenito. (…)
Tuttavia, il Signore pone una condizione: indossare l’abito nuziale. (…) La gente andava come era vestita, come poteva essere vestita, non indossava abiti di gala. Ma all’entrata veniva loro data una specie di mantellina, un regalo. (…) L’abito nuziale – questa mantellina – simboleggia la misericordia che Dio ci dona gratuitamente, cioè la grazia.
Senza grazia non si può fare un passo avanti nella vita cristiana.
Tutto è grazia. Non basta accettare l’invito a seguire il Signore, occorre essere disponibili a un cammino di conversione, che cambia il cuore. (Papa Francesco, Angelus dell’11 ottobre 2020)
Fonte: vaticannews.va
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO
Scegliere
In che modo Dio si palesa dentro la nostra vita? Il Vangelo usa la parola ‘angelo’ per designare proprio la funzione di messaggero. Nella parabola di oggi si usa la parola servo, ma la funzione è sempre la stessa. Se Dio si mostrasse attraverso la Sua Onnipotenza noi non avremmo più nessuna scelta.
Ecco perchè manda “servi” ad invitare, a provocare, a stimolare, a coinvolgere ciascuno di noi, perchè l’andare da Lui sia una nostra scelta e non l’unica scelta possibile.
Ma pare che noi abbiamo sempre una buona scusa pronta per disertare questo incontro : “ho da fare; ho figli; vorrei un po’ di tempo per me; ho un sacco di problemi; la chiesa mi ha deluso; i preti sono tutti dei disgraziati….”, insomma una raccolta sempre scontata e sempre attuale delle mille scuse possibili di cui amiamo armarci pur di non accettare un incontro decisivo con Dio, e di conseguenza con il senso della nostra vita.
In secondo luogo, partecipare al suo banchetto, sedere alla sua tavola, avere un rapporto con Lui non è come indossare un portafortuna. La superficialità con cui tante volte crediamo, diventa la causa della nostra rovina, perché pensiamo che comunque vada sarà un successo, che basta entrare “in casa del Padrone” per dire che Lui aggiusta tutto, mentre noi continuiamo ad essere sempre gli stessi, sempre uguali nelle nostre scelte e nella nostra qualità di vita.
L’abito nuziale non è essere “i migliori”, ma aver deciso di cambiare la propria vita, così come uno dismette dei vestiti vecchi e sporchi e decide di indossarne di belli e puliti. Non si può dire di credere e non cambiare nulla della propria vita. Credere esige delle scelte, dei cambiamenti radicali, la dismissione di ciò che è vecchio e sporco, per far spazio a una decisione nuova.
Senza questo cambio d’abito nemmeno la frequenza quotidiana ai sacramenti può salvarci, anzi anche di essi ci verrà chiesto il conto.
“Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì”.
Infatti non c’è molto da dire più.
