Non passate da una casa all’altra
Lampada per miei passi è la Tua Parola, luce sul mio cammino
(Salmo 118)
Dio ti benedica !
VANGELO
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10,1-9
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!
Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite:
Pace a questa casa!.
Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: È vicino a voi il regno di Dio».
Parola del Signore.
COMMENTO DI DON LUIGI MARIA
L’amore: l’alfabeto dell’evangelizzazione.
“Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”.
Perché il Signore si fa precedere dai suoi discepoli? Perché li manda a due a due? Sono interrogativi importanti che non possiamo ignorare. Se Gesù si fa preparare la strada da gente inaffidabile come i discepoli, come me e come te, ci sarà un motivo. E credo che il vero motivo sia la potenza che sprigiona la comunione di due amici. Li manda a due a due per ricordare a ciascuno di noi che l’unica cosa che può preparare davvero la strada a Gesù è fare esperienza di legami significativi, di amici affidabili, di persone che si sforzano davvero di volersi bene.
È il caso di Cirillo e Metodio, fratelli e amici, di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Si evangelizza solo se si dà testimonianza di saper volere davvero bene. Non sono le opere l’alfabeto dell’evangelizzazione ma l’amore:
“Vi riconosceranno da come vi amerete”.
Allora è di questo che dovremmo preoccuparci: le nostre comunità, le nostre esperienze ecclesiali sono luoghi di testimonianza di amicizia, di amore gratuito, di comunione? A che cosa mai potrebbe servire una Chiesa che organizza cose, e persino la carità, ma non sa amare? Oggi il Vangelo ci spinge a questa decisione, a questa conversione. Scegliere di voler bene a qualcuno significa evangelizzare senza bisogno nemmeno di parole.
Fonte : nellaparola.it
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