In disparte

12/02/2021

VENERDÌ DELLA V SETTIMANA DI TEMPO ORDINARIO

Santo del giorno

san francesco d’assisi pastore e martire


Dio ti benedica !

.

VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Marco
Mc 7,31-37

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano.

Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!».

E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».


PAROLE DEL SANTO PADRE

“Chiediamo al Signore che sempre, come ha fatto con i discepoli, con la sua pazienza, quando siamo in tentazione ci dica: ‘Fermati, stai tranquillo. Ricordati cosa ho fatto con te in quel momento, in quel tempo: ricordati.

Alza gli occhi, guarda l’orizzonte, non chiudere, non chiuderti, vai avanti’. E questa Parola ci salverà dal cadere in peccato nel momento della tentazione”. (Santa Marta 18 febbraio 2014)


COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO

 “Gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano”.

I sordomuti a cui si riferisce il Vangelo non hanno nulla a che fare con i fratelli e le sorelle che vivono questo tipo di condizione fisica, anzi per esperienza personale mi è capitato di incontrare vere e proprie figure di santità proprio tra coloro che passano la vita con addosso questo tipo di diversità fisica.

Ciò non toglie che Gesù ha anche il potere di liberarci da questo tipo di malattie fisiche, ma quello che il Vangelo vuole mettere in evidenza a che fare con uno stato interiore di impossibilità di parlare e ascoltare. Molte persone che incontro nella vita sono affette da questa sorta di mutismo e sordità interiore.

Puoi passarci le ore a discutere. Puoi spiegare nel dettaglio ogni singolo frammento della loro esperienza. Puoi implorarli di trovare il coraggio di parlare senza sentirsi giudicati ma la maggior parte delle volte preferiscono preservare la loro condizione interiore di chiusura.

Gesù fa qualcosa che è altamente indicativo:

“portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: «Effatà» cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente”.

Solo a partire da un’intimità vera con Gesù è possibile passare da una condizione ermetica di chiusura a una condizione di apertura. Solo Gesù può aiutarci ad aprirci. E non dobbiamo trascurare che quelle dita, quella saliva, quelle parole noi continuiamo ad averle sempre con noi attraverso i sacramenti.

Essi sono un evento concreto che rende possibile la medesima esperienza raccontata nel Vangelo di oggi. Ecco perché un’intensa, vera e genuina vita sacramentale può aiutare più di molti discorsi e molti tentativi. Serve però un ingrediente fondamentale: volerlo. Infatti la cosa che ci sfugge è che questo sordomuto viene si portato da Gesù, ma poi è lui a decidere di lasciarsi condurre da Gesù lontano dalla folla.

Vicinanza liberante

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