Seguimi

20/02/2021

SABATO DOPO LE CENERI


Dio ti benedica !

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VANGELO DEL GIORNO

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 5,27-32

In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.

Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa.
C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola.

I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?».

Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».


PAROLE DEL SANTO PADRE

Chiamando Matteo, Gesù mostra ai peccatori che non guarda al loro passato, alla condizione sociale, alle convenzioni esteriori, ma piuttosto apre loro un futuro nuovo.

Una volta ho sentito un detto bello: “Non c’è santo senza passato e non c’è peccatore senza futuro”. Basta rispondere all’invito con il cuore umile e sincero.

La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in cammino, che seguono il Signore perché si riconoscono peccatori e bisognosi del suo perdono.

La vita cristiana quindi è scuola di umiltà che ci apre alla grazia. (Udienza generale, 13 aprile 2016)

Fonte: vaticannews.va


COMMENTO DI DON LUIGI MARIA EPICOCO

Uscire, vedere, dire

“Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì”. Uscì, vide e disse.

In questi tre verbi c’è tutto il piano pastorale di Gesù. Infatti non si può mai comprendere cos’è l’evangelizzazione se non imparando i verbi in uscita.

Papa Francesco insiste sempre con una “Chiesa in uscita”, ma sovente noi o ci difendiamo dal venire fuori dalle nostre sagrestie e confini, oppure usciamo talmente tanto che della nostra identità non rimane nemmeno una briciola.

Uscire significa fare come fa Gesù: non restare fermi pensando che il Vangelo va annunciato solo in luoghi prestabiliti, ma comprendendo che bisogna sempre rischiare di andare a pescare fuori dalla pescheria, perché i veri pesci sono quelli che si trovano nel mare e non semplicemente quelli che troviamo sui banchi dei negozi.

Fuori da metafore dovremmo dire che ci accontentiamo di chi già c’è senza pensare ai moltissimi altri che non ci sono.

Il secondo verbo è il verbo vedere. Un’autentica evangelizzazione non è mai l’applicazione di idee stabilite a tavolino, ma il suo contrario: nasce da un autentico realismo di ciò che c’è, e non semplicemente dalla dichiarazione di ciò che sarebbe bello ci fosse.

Molte nostre iniziative falliscono perché non tengono conto dei contesti concreti in cui la gente vive. Il terzo verbo è il verbo dire, è cioè il verbo della proposta.

Il cristianesimo non è un modo di intrattenere la gente, non è la scusa per fare gite e feste, non è il pretesto di dispensare sacramenti a gente inconsapevole che fa le cose solo per tradizione, ma è provocare la libertà delle persone con una proposta che tocca la nostra responsabilità e non semplicemente il nostro tempo libero.

Mi piace pensare che Levi si alzo subito perché quando incontri qualcosa di serio e radicale è difficile rimanere indifferenti: o ti alzi e segui, o ti alzi e te ne vai, ma certamente non rimani come se non fosse accaduto nulla. 


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